I Grandi di Persia

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I Grandi di Persia

la mostra

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taormina

rasta, haniye, Amir, Vishka
mostra collettiva
a cura di vittorio sgarbi
palazzo duchi di santo stefano, (taormina) italia

05-25 ottobre 2016

La poesia della forma e la bellezza ferita del mondo.

A Taormina, capitale cosmopolita della bellezza e dell’arte,  con  la mostra i grandi  di  Persia  allestita presso la Fondazione Mazzullo  nell’ottobre 2016  si  rinnova e propizia l’incontro fecondo fra civiltà  e culture.

In  uno  dei  luoghi simbolo della città il palazzo duchi di santo Stefano, le severe architetture gotiche instaurano un  dialogo con le opere d’arte contemporanee di Rasta, Amir, Vishka e Haniye quasi a testimoniare,  e a sancire, in modo ineluttabile, l’eternità dei  valori  legati all’arte e alla cultura che vanno  oltre le atrocità della violenza della paura e delle guerre che oggi lacerano il mondo.

Questo messaggio forte, attuale, si  riverbera una grande rilevanza sociale proclamando  con  coraggio e senza retorica, la difesa della dignità e della libertà umana e dei diritti  delle donne.

Il  nucleo tematico che innerva la mostra è dedicato alla difesa dei diritti della donna nel mondo ed attinge all’antica cultura persiana, crogiuolo di  arte filosofia scienza, che i  giovani  artisti  interpretano con acutezza e da un punto  di  vista formale,  con una straordinarietà  capacita di  rappresentare il corpo  femminile che rientra nella tradizione occidentale più ampia – e specificamente rinascimentale -  manifestando una sensibilità che va oltre i  canoni accademici.

Non è facile affrontare e rappresentare i temi come quelli proposti da questi giovani artisti senza evitare di  essere irretiti dalle lusinghe di atteggiamenti consolatori o di precipitare nella banalizzazione degli stereotipi. In tal senso, queste opere esprimono un equilibrio  ed una maturità non usuale, scevra da condizionamenti e attenta soprattutto al rispetto  delle  qualità  formali ed  espressive, ai valori  plastici e compositivi, ai toni cromatici e ai volumi,  senza mortificare e tradire complessità  della cultura originaria di riferimento ,che viene a innestarsi e a fondersi quasi  a vivificare e a restituire una nuova anima all’impianto formativo  occidentale soprattutto dell’artista persiana Rasta.

Nell’opera di  Rasta e Aniye in  modo particolare la poesia della forma si libera della costruzione del tema ideologico conseguendosi in  una felicità stilistica di  notevole valore che non  soggiace al ricatto del soggetto ma supera, attraverso l’attenzione alle peculiarità  della rappresentazione del corpo, le tensioni tra contenuto ed espressione, impregnandosi di  bellezza, memoria, autenticità, e realizzando un ‘armonia  compiuta che sana la bellezza ferita del mondo  che diventa il presupposto imprescindibile per la costituzione di  ogni  dialogo fra civiltà e culture diverse che assume il rispetto  per l’identità  e per la dignità della persona come valore comune non negoziabile.
Vittorio Sgarbi

Rassegne stampa

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