Da solo a solo
la mostra
calusca
mostra personale
a cura della beniamin art
beniaminArt gallery, (catania) italia
07 maggio-08 aprile 2023
La mostra, dal titolo «Da solo a sólo», presenterà una selezione di opere del maestro siciliano provenienti dalla collezione dell'autore e della Beniamin Art Fondation.
Scrive di lui Salvatore Sequenzia, autore del testo introduttivo in catalogo:
«[…] Per Calusca l’arte pensa per immagini con «pensieri del corpo» e tali immagini rappresentano i segni di un «alfabeto metafisico» (De Chirico 1919). Il suo lavoro creativo è, perciò, un lavoro sul tempo - e non nel tempo - consapevole che la natura dell’immagine - di ogni immagine - risiede in un incessante lavoro sul tempo afferrato nel suo ritmo di anacronismi, di sopravvivenze, di oblii, di ricorsività e di transitività.
[…] Il suo teatro di personaggi, di volti, di particolari, di frames, di spazi e di interni vani non si dispone, dunque, come un repertorio o un’antologia, bensì si svolge come una teoresi della visione che celebra il «vedersi» in tutta la sua vanità precipitata nell’atto del vedere, in una reversibilità del vedere e del visibile che forza l’imaginale sino a spingersi sin là dove si schiude la vertigine di oscure percezioni, evocate per esorcizzare il fantasma.
[…] L’intensità e l’efficacia della scrittura visiva di Calusca scaturiscono da un’idea forte della figurazione intesa quale agente di conoscenza. La pittura e il disegno, per lui, riformulano conoscitivamente il mondo secondo l’antico precetto alchemico per il quale è «il come (processus) e non il che cosa (objectus)» a definire la Grand Oeuvre.
[…] Al centro di questa operazione di euresi, in cui inventio stilistica e studium felicemente convergono, Calusca pone una complessa scomposizione prismatica del reale che si realizza, tra ironia e umorismo, tanto negli interventi strutturali quanto nel linguaggio compositivo e negli intrecci coloristici e materici. Fiorisce, allora, nel dissidio del disegnare, del comporre, del dipingere, del tagliare, del germinare delle forme - in un alternarsi continuo di debrayage ed embrayage umoristici, di calembour semantici e di slittamenti semiosici - la Grand Oeuvre dei personaggi, non importa se reali o immaginari, che possono, dunque, anche rivelarsi quali segrete auto-rappresentazioni, trascritture proiettive del se, ekphrasis narcisistiche.
[…] Così gli esseri ritratti di Calusca, come i personaggi dannati del teatro di Beckett, sono creature penultime, che la vicenda del vivere condurrà all’apocalisse finale. Penultime sono le posture, le smorfie, gli sguardi, i gesti dell’umanità che Calusca rappresenta nelle sue tavole, creature capaci di penultima felicità, di penultimo piacere, di penultima attesa, di penultima disperazione.
[…] Attraverso la sua ricerca spaziale Calusca muove, in tal senso - implicitamente - una critica radicale all’isolamento del nostro universo mentale, al monadismo del glocal world e a quello «sciame di solitudini desideranti» (Byung-Chul Han 2015) in cui la società si è trasformata. Egli gioca, ironizza, sperimenta e scopre mondi fenomenici la cui possibilità è già presente, intrinsecamente, nella percezione visiva della datità fenomenica, ma precipitata all’interno della nuova cornice semantica.
[…] L’opera di Calusca [...] può essere letta, dunque, come una riflessione – attraverso la ricerca e il lavoro d’artista – sulla destinalità del visuale, sulla condizione dell’uomo nella contemporaneità e sulla parabola e gli esiti della vicenda del Soggetto nel nostro tempo […]».
[brani tratti dal testo di Salvatore Sequenzia dal titolo «Trame, attraversamenti, visioni. Per una indagine (provvisoria e desultoria) sull’opera di Calusca», pubblicato nel catalogo monografico edito da Bonanno editore e realizzato a corredo della mostra].